Le luci
della centrale electrica es el nombre del proyecto musical que Vasco Brondi
realiza en solitario, aunque a mi juicio es más un medio de expresión artístico
porque desde el punto de vista melódico es bastante limitado ya que en general
se basa en la repetición de unos pocos acordes con una guitarra. Sin embargo,
las letras son versos desordenados llenos de referencias a la sociedad y sus
normas, la juventud y sus esperanzas; pero que se pueden interpretar de mil
maneras posibles, tantas como oyentes. Y en conjunto, música y palabras, forman
un discurso hipnótico.
En las ocasiones que echo de menos Nunca Jamás
(momentos que pueden durar una hora, una tarde, diez minutos o una semana)
escucho en un bucle infinito esta canción:
“Le morti bianche le cravatte blu
il tuo fuoco amico
l’eyeliner per andare guerra nell’estrema sinistra della galassia
dove per l’umidità del garage la nostra anima che ansimava
era per un’occupazione temporanea
era una gara di resistenza partigiano portami via
saremo come dei dirigibili nei tuoi temporali inconsolabili
dammi cinquanta centesimi dammi cinquanta centesimi
non mi ero accorto che i tuoi orecchini per i riflessi lanciavano dei piccoli lampi
non avevo capito la direzione dei tuoi sguardi
che siamo donne siamo donne oltre il burka e le gonne
metteremo dei letti dappertutto dei materassi sporchi volanti
si sparse dovunque l’odore dei disinfettanti
saremo come gli aironi che abitano vicino al campo nomadi
andremo ancora a letto vestiti
come ai tempi dei primi freddi e degli elenchi telefonici sui reni
delle scintille che facevi ti diranno che sei poco produttiva
proprio adesso che l’america è vicina
è come arrivare sulla luna in fiat uno come lavorare in cina
ma sei sempre il sole che scende in un ufficio pubblico
per appenderci un altro crocefisso
e di sera nelle zone artigianali
per tradirsi per brillare come le mine e le stelle polari
e sempre come un amuleto tengo i tuoi occhi nella tasca interna del giubbotto
e tu tornerai dall’estero forse tornerai dall’estero
e tu tornerai dall’estero forse tornerai dall’estero
Adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere
Adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere
Adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere”
l’eyeliner per andare guerra nell’estrema sinistra della galassia
dove per l’umidità del garage la nostra anima che ansimava
era per un’occupazione temporanea
era una gara di resistenza partigiano portami via
saremo come dei dirigibili nei tuoi temporali inconsolabili
dammi cinquanta centesimi dammi cinquanta centesimi
non mi ero accorto che i tuoi orecchini per i riflessi lanciavano dei piccoli lampi
non avevo capito la direzione dei tuoi sguardi
che siamo donne siamo donne oltre il burka e le gonne
metteremo dei letti dappertutto dei materassi sporchi volanti
si sparse dovunque l’odore dei disinfettanti
saremo come gli aironi che abitano vicino al campo nomadi
andremo ancora a letto vestiti
come ai tempi dei primi freddi e degli elenchi telefonici sui reni
delle scintille che facevi ti diranno che sei poco produttiva
proprio adesso che l’america è vicina
è come arrivare sulla luna in fiat uno come lavorare in cina
ma sei sempre il sole che scende in un ufficio pubblico
per appenderci un altro crocefisso
e di sera nelle zone artigianali
per tradirsi per brillare come le mine e le stelle polari
e sempre come un amuleto tengo i tuoi occhi nella tasca interna del giubbotto
e tu tornerai dall’estero forse tornerai dall’estero
e tu tornerai dall’estero forse tornerai dall’estero
Adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere
Adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere
Adesso che quando ci parliamo i nostri aliti fanno delle nuvole che fanno piovere”
“Los muertos blancos
las corbatas azules tu fuego amigo
el lápiz de ojos para ir a la
guerra en la extrema izquierda de la galaxia
donde nuestra alma que se ahogaba
por una ocupación temporal
era una carrera de resistencia
partigiano sácame de aquí
seremos como los dirigibles de tus
tempestades inconsolables
dame cincuenta céntimos dame
cincuenta céntimos
no me había dado cuenta que el reflejo de tus pendientes lanzaba pequeños relámpagos
no había entendido la dirección de
tu mirada
somos mujeres somos mujeres más allá del burka y de la falda
somos mujeres somos mujeres más allá del burka y de la falda
pondrán camas por todas partes
colches sucios volantes
lo inunda todo el olor a
desinfectante
seremos como las garzas que viven
cerca de los campamentos nómadas
iremos otra vez a la cama vestidos
como en el tiempo de los primeros
fríos y de las listas telefónicas en los riñones
las chispas que hacías te dirán que
eres poco productiva
justo ahora que América está cerca
es como llegar a la luna con un
Fiat 1 como trabajar en China
pero siempre serás el sol que sale
en una oficina pública
para colgarnos de otro crucifijo
y por la noche en las zonas artesanales
para traicionarse para brillar como
las minas y las estrellas polares
y siempre como un amuleto tengo tus
ojos en el bolsillo interior del abrigo
y tú volverás del extranjero, tal
vez vuelvas del extranjero
tú volverás del extranjero, tal vez
vuelvas del extranjero.
Ahora que cuando hablamos nuestros
alientos forman nubes de lluvia.
Ahora que cuando hablamos nuestros
alientos forman nubes de lluvia.
Ahora que cuando hablamos nuestros
alientos forman nubes de lluvia”.
Atención: como la traducción es mia es bastante literal y muy libre, que yo no me gano las habas con esto.
Muy de mi estilo, me recuerda a Jovanotti.
ResponderEliminarNo lo digas muy alto, los fanes de Le luci podrían enfadarse... ;)
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